Narrare la crisi climatica - Introduzione

Con la serie di Conversazioni in Biblioteca di quest’anno accademico 2023/24 il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture intende dialogare con, e far fare dialogare tra loro, esperti ed esperte provenienti dagli ambiti delle scienze ingegneristiche e naturali, delle scienze umane e sociali e dal variegato e sfaccettato mondo della creazione (sia essa artistica, progettuale, poetica, filmica, teatrale, musicale, letteraria, ecc.) intorno al tema della narrazione della crisi climatica

Abbiamo scelto le parole “narrare” e “narrazione” sapendo che gli esseri umani pensano, ragionano, comprendono e pianificano raccontandosi storie e sapendo anche che le storie che si raccontano non sono necessariamente delle fandonie, anzi. Anche un articolo scientifico nel momento in cui dovrà fare il resoconto di una trasformazione, di un processo, e delle azioni che hanno portato a circoscriverlo, metterlo in luce, descriverlo, compararlo, definirlo e magari spiegarlo, si affiderà, inevitabilmente, ad una narrazione.

Sappiamo che una delle forze della narrazione è proprio la capacità di coinvolgere, di affabulare, di fare entrare dentro un mondo, condiviso tra chi narra e chi partecipa alla narrazione e ne gode, per uscirne, alla fine, un po’ trasformati – trasformazione, dunque, che non riguarda solo i personaggi, gli eventi e i fatti narrati, ma, su un altro livello, anche chi affabula e ne è affabulato.

La narrazione però non avviene solo tramite le parole, per questo abbiamo deciso di includere nella conversazione altri linguaggi artistici capaci di tradurre i risultati della ricerca scientifica sulla crisi climatica diventando così un punto di contatto fra gli studiosi e il pubblico.

Abbiamo dunque preferito le parole “narrare” e “narrazione” ad altre, come “comunicare”, “spiegare”, “trasmettere”, “raccontare”, “mostrare”, “esporre”, “illustrare”, “descrivere” perché ci sono sembrate quelle che indicavano qualcosa di cui anche le azioni a cui queste altre parole fanno riferimento dovranno tener conto – anche in una comunicazione, in un’ esposizione o in una spiegazione ci dovrà essere una narrazione – e, perché, dunque ci sono sembrate quelle che più aprivano a differenti modi di costruire un discorso potenzialmente coinvolgente e trasformativo, nel nostro caso sulla crisi climatica.

All’interno del dialogo tra diversi saperi e competenze che le Conversazioni in Biblioteca rendono possibile, riteniamo che ciascuna figura, sia essa proveniente dal mondo delle scienze naturali e ingegneristiche, delle scienze sociali e umane o della creazione, possa imparare dalle altre riguardo come narrare la crisi climatica e al contempo ragionarne insieme con il pubblico.

Nel 2017 l’autore Amitav Ghosh, nel suo saggio “La grande cecità. Il cambiamento climatico e l'impensabile” denunciava l’incapacità della letteratura e dell’arte in generale di occuparsi del cambiamento climatico e di raccontarlo, un vero e proprio fallimento immaginativo. In questi ultimi anni si sta osservando invece una attività creativa sempre più intensa attorno alla crisi climatica, che vogliamo provare a testimoniare con questo ciclo, e che dà speranza proprio grazie al suo potenziale di coinvolgimento e di trasformazione.

Chiederemo, in particolare, a esperti ed esperte degli ambiti delle scienze naturali, ingegneristiche e sociali quali dati possono essere usati per narrare più efficacemente la crisi climatica e come questi possono essere utilizzati e articolati tra loro per creare delle narrazioni efficaci, partendo da lavori da loro già sviluppati, su cui gli esperti e le esperte provenienti dagli altri ambiti potranno poi ragionare, anche insieme al pubblico.

Alvise Mattozzi, curatore del ciclo delle Conversazioni in Biblioteca 2023-2024