Coscienza biologica, libero arbitrio, mente artificiale
In Filosofia, ma anche in Fisica, Teologia, Cibernetica, la questione del libero arbitrio è molto dibattuta: le azioni di noi umani sono libere o c’è qualche meccanismo che agisce (destino, Dio, inconscio, sistema nervoso)?
C’è un nesso con il tema dei processi mentali, della coscienza o consapevolezza: neuroscienziati, filosofi della mente, informatici, psicologi e biologi di area evoluzionista, stanno da decenni cercando di inquadrare il problema.
Secondo recenti indagini, la coscienza non sarebbe legata alla quantità e alla complessità degli elementi del sistema nervoso, bensì alla capacità di sentire delle cellule, che hanno avvertito la necessità di distinguere tra stimoli prodotti dall’interno e quelli esterni. Ciò avviene quando l’organismo si muove in modo attivo, e ha bisogno di distinguere tra i segnali che genera egli stesso e quelli generati da ciò che è altro da lui: iniziano a distinguersi le percezioni dalle sensazioni.
Un’ape, con un bagaglio limitato di neuroni, riesce a compiere stupefacenti azioni cognitive.
Interverranno: Giorgio Vallortigara, neuroscienziato e etologo (Università di Trento), Giuseppe Trautteur, fisico, informatico, docente emerito (Federico II, Napoli)
Modera: Michela Meo, docente di Telecomunicazioni (Politecnico di Torino)
Ideazione e organizzazione: Tamara Bellone, Paola Procacci, Rajandrea Sethi, Elisa Vanin (DIATI)
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