Le ricadute delle piattaforme digitali su lavoro e ambiente: riflessioni
Secondo incontro del sesto ciclo delle CONVERSAZIONI IN BIBLIOTECA promosse dal DIATI
Il mito di un'economia della conoscenza "smaterializzata" tende ad oscurare il fatto che i computer consumano grandi quantità di energia e che molti beni fisici devono essere trasportati e venduti perché questa economia funzioni.
Il capitalismo “immateriale” delle app non sarebbe possibile senza l’attività di minatori congolesi che estraggono coltan, “materie” prime necessarie per la realizzazione dell’iphone, del resto assemblato dal lavoro di operai asiatici, per poi viaggiare attraverso i containers.
L’economia digitale, comprese le sue possibili alternative non capitaliste, è materiale e ha impatto su ambiente, lavoro e società.
Il capitalismo dell’informazione e della sorveglianza può estendere il suo controllo in molti ambiti e in particolare su tutte le forme di lavoro che si svolgono al di fuori dei luoghi tradizionali. La direzione del lavoro umano, come succede ai lavoratori di Amazon o a quelli della gig economy (in cui sono usati lavoratori a chiamata, organizzati da alcune piattaforme) è affidato ad algoritmi automatici: l’organizzazione e la gestione del lavoro si traducono in controllo e ordini.
Interverranno: Emanuele Leonardi, sociologo (Università degli studi di Parma) e Michela Meo, docente di Telecomunicazioni (Politecnico di Torino).
Modera: Annalisa Lantermo, medico, consulente in igiene e sicurezza del lavoro.
Ideazione e organizzazione: Tamara Bellone, Paola Procacci, Rajandrea Sethi, Elisa Vanin (DIATI)
Tutte le informazioni per poter partecipare sono disponibili su:
https://www.diati.polito.it/focus/conversazioni_in_biblioteca/sesto_ciclo/2